Continua l’attività di riforma del sistema tributario portata avanti dal Governo in attuazione della legge delega.

In particolare, nella seduta del 23 ottobre, il Consiglio dei Ministri, ha approvato, in esame preliminare, due decreti legislativi.

Il primo decreto dà attuazione alla revisione dello statuto dei diritti del contribuente.

Tra le principali novità introdotte dalla bozza di decreto legislativo si segnalano:

• l’introduzione generalizzata del contraddittorio

• una rimodulazione della disciplina relativa alla motivazione degli atti impositivi

• la modifica della disciplina dell’autotutela e dell’interpello.

Nel dettaglio, il documento prevede l’obbligo di un preventivo contraddittorio informato ed effettivo ogni qualvolta il contribuente sia destinatario di un provvedimento che incide sfavorevolmente sulla sua sfera privata. Detto contraddittorio dovrà essere preceduto dalla condivisione dello schema del provvedimento impositivo che l’Amministrazione Finanziaria intende adottare e il contribuente avrà a disposizione un termine di 60 giorni per poter controdedurre ovvero accedere agli atti presenti nel fascicolo ed estrarne copia. Solo alla scadenza del termine prescritto, l’Amministrazione Finanziaria potrà adottare il provvedimento conclusivo.

Il documento in esame interviene anche sulla disciplina della motivazione degli atti tributari introducendo l’annullabilità degli atti amministrativi privi di una motivazione che presenti l’indicazione specifica dei presupposti, dei mezzi di prova nonché delle ragioni giuridiche su cui si fonda la decisione e lo specifico obbligo per gli atti della riscossione di riportare, in merito agli interessi, la norma di riferimento, la decorrenza ed i criteri di determinazione.

Nella bozza del nuovo decreto viene modificata la disciplina sull’esercizio dell’autotutela stabilendo l’obbligo per l’Amministrazione Finanziaria di procedere all’annullamento dell’atto ovvero alla rinuncia all’imposizione, senza necessità di istanza di parte, nei casi di errore facilmente riconoscibile; di contro, l’esercizio del potere di autotutela sarà facoltativo in diversi casi di illegittimità o infondatezza dell’atto segnalati dal contribuente.

Il testo esaminato prevede infine una revisione, anche, della disciplina dell’interpello con l’introduzione di un contributo da versare in occasione della presentazione dell’istanza, i cui criteri di determinazione e modalità di corresponsione dovranno essere definiti con un apposito decreto del Ministero dell’economia e delle finanze.

Le modifiche all’istituto dell’interpello vanno coordinate con l’introduzione di un servizio di consultazione semplificata che permette l’accesso ad una banca dati contenente i documenti di prassi sulle tematiche fiscali così da consentire al contribuente di individuare la soluzione di quesiti: l’utilizzo di detto servizio diventa, invero, una condizione di ammissibilità ai fini della presentazione dell’istanza di interpello.

Il secondo decreto legislativo si incentra sugli adempimenti fiscali e persegue, da un lato, l’obiettivo di razionalizzare gli obblighi dichiarativi, privilegiando l’adempimento spontaneo e la reciproca e leale collaborazione tra l’Amministrazione Finanziaria ed il contribuente, e dall’altro lato, l’obiettivo di armonizzare e semplificare i termini e le modalità di adempimento degli obblighi dichiarativi e di versamento e di incrementare i servizi digitali a disposizione dei contribuenti (comprese le misure volte a incentivare l’utilizzo dei metodi di pagamento elettronici).

In tema di semplificazione degli adempimenti dichiarativi, la bozza di decreto legislativo prevede che, a decorrere dal 2024, l’Agenzia delle Entrate, in via sperimentale, renda disponibili al contribuente le informazioni in suo possesso, con possibilità di confermare o modificare tali dati in occasione della compilazione della dichiarazione in via telematica. Sempre a decorrere dal 2024, il testo in esame prevede anche l’estensione:

• ai contribuenti non titolari di partita IVA della possibilità di utilizzare il modello di dichiarazione semplificato

• alle persone fisiche titolari di redditi diversi da quelli di lavoro dipendente e assimilati della possibilità di accedere alla dichiarazione precompilata.

Nel testo del nuovo decreto viene previsto che la mancata indicazione dei crediti d’imposta nelle dichiarazioni annuali non comporta la decadenza dal beneficio, purché detti crediti siano spettanti. Tuttavia, la previsione in commento specifica che non si darà luogo al rimborso di quanto già versato.

Sempre in tema di crediti, nella bozza di decreto legislativo è prevista una modifica delle soglie minime annuali ai fini dell’obbligo del visto di conformità per l’utilizzo in compensazione dei crediti e un rafforzamento degli strumenti digitali di pagamento.