Riscoprire la funzione Sociale dell’impresa

Ci è stato insegnato che il lavoro è il mezzo con cui l’uomo può emanciparsi dal bisogno e realizzare sé stesso. Ci è stato insegnato che il lavoro è criterio funzionale al tipo di democrazia adottato dalla nostra Repubblica. Ci è stato insegnato, altresì, che il richiamo al lavoro, all’apertura dei principi costituzionali (art.1), ha il senso (con l’art. 3) di dare interpretazione ai principi successivi che regolano il complesso dei rapporti etico-sociali ed economici. L’esercizio dei diritti relativi alla proprietà dell’impresa, ad esempio, non è una prerogativa assoluta, ma deve rivestire una funzione sociale, e ciò accade quando si rispettano il lavoro e i suoi effetti nella comunità, diretti e indiretti. Insomma – in quanto parte di una essenza – il valore “lavoro” è sostanza della struttura politica, giuridica e sociale dello Stato.

Ora, al di là di tale premessa, che potrebbe apparire polverosa, il punto di riflessione, viceversa, è del tutto contingente: se il lavoro è ossatura politica, giuridica e sociale della Repubblica, come è possibile non porsi il problema di rendere attuale il concetto di funzione sociale della proprietà, trattenuto nel Novecento e disarmato? In ispecie oggi, che, proprio il lavoro e le sue declinazioni sociali, dirette e indirette, sono minacciate di essere, nella migliore delle ipotesi, organicamente modificate. Si può dire anche così: poiché l’agire inarrestabile dell’impresa digitale muta il lavoro, e il lavoro che muta agisce sulla società e sulla fisionomia della democrazia, ripensare la funzione sociale della proprietà e dell’impresasembra un’opzione obbligatoria; una operazione, tra l’altro, che ha supporto nella potentissima dichiarazione dell’art. 3 della Costituzione: «E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di carattere economico e sociale…».

Riconcepire la funzione sociale dell’impresa, che suona come una voce a toni bassi, pare riconnetterci a questo alto e preliminare impegno. Le cose, però, osservate da vicino, sono piuttosto complesse: per rendere attuale il concetto di funzione sociale e, per questa via, stabilire una nuova relazione virtuosa tra proprietà, lavoro e società, infatti, è necessario comprendere la contemporaneità: comprendere dove siamo. Ovvero, entrare nella carne della relazione tra Tecnica, tecnologia e capitalismo, conoscere i modi con i quali essa trasforma il reale e, più di tutto, percorre le vie insidiose con cui riscrive i valori dell'uomo, anche morali.